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10 dicembre 2012 1 10 /12 /dicembre /2012 17:47

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Sembrerà strano, ma sono queste le partite decisive per vincere il campionato; su un campo orrendo, con pioggia, grandine e il pallone che non vuole entrare, e soprattutto un avversario che può perdere contro l'ultima in classifica ma quando vede la Juve si trasforma.

Tre punti d'oro e il ritorno del grande Capitano: una giornata perfetta, soprattutto se poi il Napoli crolla a San Siro e torniamo a +4 sulla seconda.

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27 novembre 2012 2 27 /11 /novembre /2012 16:11

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Che piacere finalmente, dopo un big match, vedere un post partita senza polemiche, senza interisti e napoletani che si stracciano le vesti, e senza le solite manfrine sui "campionati falsati". Tanti sorrisi e pacche sulle spalle, quando la Juventus perde, e la sensazione latente, da parte nostra, che chiunque, un arbitro, un dirigente federale, un magistrato o un presunto tale, tutto sommato possa danneggiarci a cuor leggero, tanto nessuno si scandalizza, come del resto è successo l'altr'anno a San Siro, o contro il Genoa.

Ma di arbitri è meglio non parlare troppo quando si gioca male come domenica sera, contro un Milan ai minimi termini che nel secondo tempo passa la metà campo forse una sola volta; lenta e priva di mordente, la Juventus si fa mettere sotto da un rigorino inventato da Rizzoli; Isla, che aveva una grande occasione di mettersi in mostra, è letteralmente inguardabile; Vidal, Marchisio, Vucinic, Quagliarella e Asamoah aspettano la manna dal cielo (che non arriva), e arriva invece molto presto il sessantesimo minuto senza che si sia costruito quasi nulla. Alessio tarda a inserire Pogba, e tiene in panca Giaccherini preferendogli misteriosamente Padoin sulla destra; il risultato è che, nonostante un'ultima mezz'ora in costante proiezione offensiva, usciamo da san Siro a testa bassa, avendo tirato in porta sì e no due volte, e soprattutto con una prestazione che Conte definirebbe agghiacciante. Di conseguenza, il Napoli ci rosicchia tre punti, con un 1-0 stiracchiato (e non privo di polemiche) a Cagliari, mentre l'Innominabile per fortuna si incarta a Parma, altrimenti, oltre alle fesserie sulla resurrezione del Milan e il potere taumaturgico del Berlusca, questa settimana ci toccava sorbirci anche altre sviolinate sul genio di Stramaccioni e sull'immarcescibile capitan Sanetti. Sai che barba.

 

Sulla prestazione di Isla, apparso davvero senza idee, potrebbe valere un'osservazione tattica che fece Nedved qualche anno fa parlando del suo ambientamento nella Juventus. La difficoltà più grande, secondo Pavel, era stata abituarsi a giocare sempre contro difese schierate, e in una situazione di costante possesso palla, provenendo invece da una squadra in cui, come accadeva del resto nell'Udinese di Guidolin, il gioco si basa invece sul rubar palla e ripartire a tutta velocità e (soprattutto) a campo aperto. Isla, a Udine, pur cambiando spesso la sua posizione di partenza, ha sempre sostanzialmente giostrato da centrocampista incursore, lanciandosi negli spazi, ma qui la musica è diversa, spazi se ne vedono pochi, e bisogna imparare a muoversi con più intelligenza per crearne anche dove non ce ne sono. Anche Krasic è stato vittima di questa difficoltà tattica, e Isla non è Nedved purtroppo, ma non è ancora il momento di disperare; il ragazzo è del '88, c'è tempo per migliorare.

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27 novembre 2012 2 27 /11 /novembre /2012 15:53

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Mentre Venezia cade a pezzi e i veneziani scappano, sopraffatti dai prezzi altissimi degli immobili e da insostenibili spese di ristrutturazione e manutenzione, ecco come lo Stato sciala i soldi dei contribuenti. Dal 1991 il Tribunale paga cifre a sei zeri (dapprima 1,4 milioni all'anno per 6 anni, fino ai 2,6 milioni attuali) alle Assicurazioni Generali per la locazione di un sontuoso ufficio con vista su Piazza San Marco, ufficio in cui lavorano attualmente 3 giudici, più altre 8 persone, che quindi (lo dice il "Gazzettino") calcolatrice alla mano ci costano qualcosa come 250 mila euro l'anno di sole spese, denari sonanti che il Comune anticipa in attesa che poi sia il Ministero della Giustizia a rimborsarli, con la tempistica, immaginiamo, tipica dei ministeri.

Poi se la piazza è piena di buchi come un emmenthal e sfasciata dai turisti o dall'acqua alta, ci viene detto che "non ci sono fondi" per i restauri, e che è tutta colpa di "Roma ladrona".

Vergogna.

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23 novembre 2012 5 23 /11 /novembre /2012 15:19

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Quando l'Italia vinse il mondiale '82, Gianni Brera scrisse che "San Catenaccio" finalmente era arrivato in paradiso. In paradiso Di Matteo beato lui c'è stato già, l'anno scorso, portandosi a casa la coppa nel modo più rocambolesco possibile, messo con le spalle al muro prima dal Napoli, poi dal Barça, e poi anche dal Bayern in finale, eppure sempre vincente. Forse Robbie non aveva scelta, forse ci ha preso gusto, fatto sta che il suo Chelsea è venuto a Torino già pronto allo stato d'assedio ancora prima del fischio d'inizio, proprio come accadeva a noialtri prima di Sacchi e Lippi, quando gli jnglesi (e i tedeschi) ci sbeffeggiavano per il nostro atteggiamento safety first.

Lasciar fuori Torres, rimanere con i tre piccoletti davanti e farsi schiacciare per tutta la partita è stata dunque una scelta ponderata, che avrebbe anche potuto pagare se Hazard avesse concluso in rete l'unica chance chiara di tutta la partita; ma non bisogna chiedere troppo alla sorte, soprattutto se si è già indebitati fino al collo. E poi, la controindicazione principale, e più ovvia, di questo assetto a baricentro basso, è che gli attaccanti (in questo caso, le tre mezze punte) una volta in possesso di palla hanno sempre cinquanta metri fra sè e la porta, quindi c'è da galoppare un bel po' per arrivare in posizione di tiro, e il rischio è ritrovarsi senza ossigeno al momento decisivo.

Infatti, come volevasi dimostrare, Hazard non ha segnato, e quella sortita offensiva è rimasta l'unica cosa notevole fatta dal Chelsea in 90 minuti, trascorsi per il resto a fare muro davanti a Cech rimandando palla in avanti alla bell'e meglio, come se nella metà campo avversaria ci fosse ancora Drogba pronto a colpire. Ma Drogba non c'era, e non c'era nemmeno qualcuno che ne facesse le veci in un modo per lo meno decoroso, perciò il tracollo dei campioni d'Europa è stato inevitabile, e il 3-0 finale forse non è neanche proporzionato con esattezza alla superiorità della Juventus, perchè nemmeno la Juve ha un Drogba in attacco, e per segnare deve fare una fatica boia.

Certo che la Juve non avrà Drogba ma in campo mette undici Conte, undici cloni dell'antico capitano, che non era Pelè ma il mestiere suo di centrocampista d'assalto lo sapeva fare eccome; Antonio ha messo il pepe al culo a tutti, perfino a Vucinic, che rincorre gli avversari neanche fosse Gattuso, e poi stanco morto si mangia un gol già fatto.

La vittoria è di quelle importanti, di quelle che fanno squadra e che fanno morale, lo Stadium è un calderone fumante come mai si è visto dalle parti di Torino, ma meglio non esagerare coi superlativi, perchè manca ancora un punto per passare agli ottavi, un punticino da prendere a Donetsk fra due settimane. Non è poco, ma giocando con questa intensità si può fare, e poi nel knockout stage potrebbe succedere qualsiasi cosa. Di Matteo lo sa benissimo, e anche Conte.

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20 novembre 2012 2 20 /11 /novembre /2012 00:53

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Il mondo va avanti, e anche i dinosauri del rock devono adattarsi. Sono stati tra gli ultimi a cedere, ma adesso è ufficiale: tutto il catalogo degli AC\DC è da oggi acquistabile online con Itunes. Nulla di speciale dunque (anche se in Australia, chissà perchè, questa è una notiziona), senonchè da Cupertino annunciano che tutti i brani saranno "mastered for Itunes", facendo sospettare un ulteriore abbassamento della qualità sonora dopo le rumorosissime ristampe Sony del 2004.

Insomma, pare ahimè che il futuro della musica debba a tutti i costi essere low-fi.

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11 novembre 2012 7 11 /11 /novembre /2012 16:35

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Gli avversari facevano ridere, ma nessuno può negare che dieci gol in due partite facciano un gran bene alla salute. Pare anche che abbiamo un attaccante in forma, notizia interessante vista la settimana che ci attende, fra Lazio, Chelsea e Milan.

E poi, questa maglia nera è una gran figata.

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4 novembre 2012 7 04 /11 /novembre /2012 15:58

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Spesso la storia del campionato sembra seguire un copione, con attori principali e secondari e colpi di scena studiati accuratamente. Che l'Inter fosse in crescita era chiaro, ma non molti avrebbero pronosticato un 3-1 esterno in casa di una squadra che non perde da 49 partite. E quale audace sceneggiatore avrebbe mai pensato che la striscia positiva si potesse interrompere proprio contro la rivale più detestata?

Più facile da immaginare, vista l'incapacità endemica delle nostre giacchette nere, era la possibilità che la partita fosse rovinata da qualche cantonata arbitrale, e infatti Tagliavento e i suoi hanno impiegato venti secondi per farsi sfuggire un solare fuorigioco sul gol di Vidal,  e in tutti i successivi novanta minuti non sono stati capaci di riprendersi dallo choc, distribuendo cartellini gialli a casaccio e compensando con un rigore che a parti invertite avrebbe fatto perdere la voce agli interisti per un paio d'anni almeno.

Quindi, gli arbitri si sono moltipicati, adesso sono sei, ma è già chiaro dopo poche giornate che sommando tre somari a tre briganti non si innalza la qualità della direzione di gara.
Alla fine ha vinto l'Inter, e ha vinto giustamente, non perchè quest'Inter sia granchè, come i fiumi di retorica giornalistica di oggi farebbero intendere, ma perchè la Juventus ha strameritato di perdere, scendendo in campo con un pernicioso atteggiamento di sufficienza che ha generato un enorme numero di errori in zone nevralgiche del campo e in frangenti decisivi della manovra. Troppo lenti nella circolazione di palla, troppo imprecisi nell'ultimo (e anche nel penultimo) passaggio, troppo poco freddi sotto porta per meritare la vittoria. E poi, lucrare su quel golletto e mettersi dietro ad aspettare non è stato per niente onorevole; un tifoso che ami lo sport, dopo quell'uno a zero un po' così, per sentirsi in pace con se stesso aveva bisogno di vincere 5-0, o di perdere sonoramente. Purtroppo si è realizzata la seconda possibilità, ma non bisogna farne una tragedia, anzi, lo schiaffo, per quanto doloroso, potrebbe anche essere salutare, per i giocatori soprattutto, ma anche per lo staff. Contro un avversario tutto bunker e contropiede si sono visti troppi colpi di tacco, troppe leziosità, ma il guaio è che le vittorie non crescono sugli alberi: bisogna sudarsele, e qualche volta strapparle coi denti, esattamente come ha fatto l'Inter, e soprattutto, bisogna farsi passare al più presto possibile i deliri d'onnipotenza; questa squadra è ancora la migliore ma se vuole confermarsi al vertice deve dare il cento per cento, mentalmente prima che fisicamente.

C'era poco di Conte in campo ieri sera, a parte Vidal, e già oggi il boss si sarà fatto sentire.

Chissà se i cazziatoni di Antonio sono simili all'"asciugacapelli" di Alex Ferguson. Forse nel caso del nostro allenatore menzionare i capelli non è cosa di buon gusto, ma bisogna pur rendere l'idea. E poi un mezzo rimprovero lo merita anche lui, per aver tenuto Pogba, Quagliarella e Caceres in panchina.

Ma in fondo siamo solo in novembre, i punti sono 28, mercoledi c'è la Champions, e sabato il Pescara, quindi avanti miei prodi, verso altre inimitabili avventure.

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30 ottobre 2012 2 30 /10 /ottobre /2012 10:58

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Sarà perchè il partito degli antiuventini è la maggioranza, ma gli errori arbitrali a favore della Juventus sono da sempre filosoficamente diversi dagli altri, e da sempre valgono per costoro come dimostrazione inequivocabile dell'esistenza di subdole (e fantasiose) macchinazioni. Ogni prova contraria non è accettata, o finisce velocemente nel dimenticatoio delle fatalità, e ai tifosi bianconeri non resta che farsi scivolare addosso certe illazioni, perchè controbattere a tutti è quasi impossibile; l'antijuventinità come forma mentis è una malattia non guaribile.

Tutto ciò non ci ha mai preoccupato molto fino al 2006, quando il tasso di antijuventinità ha conosciuto una storica impennata grazie all'apporto della maggiore azienda di telecomunicazioni nazionale, di alcuni giornalisti poco equilibrati, e di qualche manina santa che ha dato in pasto alla stampa una quindicina di conversazioni telefoniche, e questa (niente affatto fantasiosa) macchinazione è costata alla Juventus un quinquennio sportivo orribile e perdite economiche da far drizzare i capellli.

Adesso ci risiamo, con i complotti e la sudditanza psicologica, un termine interessante, quasi freudiano, coniato, fra l'altro, negli anni '60 per descrivere l'atteggiamento dei direttori di gara nei confronti dell'Inter di Moratti padre. Ma non serve scomodare Freud per spiegare gli arbitri di oggi: basta osservarli. Non è sudditanza psicologica quella che li fa sbagliare decisioni come quella di domenica, ma incapacità. Incapacità, e mancanza di polso, perchè poi, a chi segue il calcio da almeno vent'anni non possono non venire in mente Agnolin, Casarin, o Lo Bello, che avevano le palle e mai e poi mai si sarebbero rimangiati una loro decisione, anche con intorno un nugolo di giocatori incazzati come muezzin. Un arbitro fornito di personalità non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, anche perchè ha in tasca le armi per difendersi, può ammonire, espellere e mettere a referto, e il suo giudizio all'interno del rettangolo di gioco è insindacabile. Deve esserlo, altrimenti ha ragione Pulvirenti, è finito tutto; solo che non è colpa della Juve.
Il guaio è che la personalità non si instilla con un corso a Coverciano. C'è, o non c'è.

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24 ottobre 2012 3 24 /10 /ottobre /2012 08:18

Alessio.jpg

 

 

Soffre il Barcellona; soffre il Bayern; soffre il Madrid, e il City di Mancini è quasi fuori. Probabilmente è nel destino delle grandi squadre incasinarsi la vita; di certo è nel nostro, che da trenta tiri in porta siamo stati capaci di ricavare la miseria di un 1-1 in casa di volenterosi dopolavoristi danesi. Il risultato è pessimo, e ciononostante il Chelsea è solo a -1, grazie alla sconfitta esterna con lo Shakhtar (a proposito, non male questa squadra), e quindi non tutto è perduto. Ci attendono due gare in casa da vincere ad ogni costo, ma urge qualche cambiamento, sia nella disposizione tattica, sia negli uomini. Il 3-5-2 continua a non sembrare adatto all'Europa, o quantomeno andrebbe ripensato per far fronte a squadre che attaccano con una sola punta e tre trequartisti, e poi, vedere gli eroi di campionato Pogba e Caceres far flanella in panchina è stato un vero strazio, considerati i traccheggi di Vidal e Marchisio soprattutto nel primo tempo, e tre lungagnoni dietro, Lucio Bonucci e Chiellini, tanto sfaccendati in fase difensiva quanto inutili in impostazione. Oltretutto, un 4-4-2 o un 4-3-3, con qualche esterno in più, avrebbero anche (forse) rifornito meglio un Matri decisamente poco coinvolto dalla manovra.

Certo, se Giovinco non avesse il piede storto, sarebbe anche potuta finire 3 o 4 a 1, ma non bisogna attaccarsi alla sfortuna. In Champions non c'è tempo per le lamentele: se sbagli sei fuori.

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23 ottobre 2012 2 23 /10 /ottobre /2012 00:12

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E anche il Napoli finisce KO, con un uno-due degno di un peso massimo vecchia maniera. Se poi i gol vengono dalla panchina, ancora meglio; Caceres era già un idolo della curva grazie alle supposte rifilate a Inter e Milan l'anno scorso, e un idolo del futuro è sicuramente Paul Pogba, che a 19 anni già non ha paura di nessuno e sfodera un gol da campione vero.

Quindi ricapitolando: primato solitario con 22 punti su 24, miglior difesa e miglior attacco; niente male per una squadra ancora alla ricerca del suo completo sviluppo, e senza un bomber di razza.

Vedendolo tener in piedi l'attacco del Napoli praticamente da solo, e preso atto della scarsa vena realizzativa dei nostri lì davanti, i rimpianti per Cavani aumentano di giorno in giorno. Prendere una punta di grande qualità sembra sempre più una necessità impellente; il dubbio è che per questa Juve tutta corsa e movimento senza palla l'uomo giusto potrebbe non essere il tanto reclamizzato Llorente, che è potente e combattivo ma anche piuttosto statico. Purtroppo i Vialli o i Bettega non nascono spesso, ma il modello di attaccante che serve oggi è quello.

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