Che la sinistra italiana non ne azzecchi una è cosa arcinota, ma stavolta l'hanno fatta grossa: chiudere gli occhi davanti a un fenomeno come quello del Movimento Cinque Stelle è stato un suicidio, e il prezzo da pagare per Bersani e Company si è rivelato altissimo. Ci hanno ammorbato per decenni con la manfrina che la sinistra sta dalla parte del popolo, ma quei furboni han sempre scambiato il Popolo con la P maiuscola per il loro popolo, e di tutti gli altri chissenefrega, sono dei fascisti ignoranti, come se alle primarie ci andasse tutta Italia e non solo gli elettori del PD.
Oltre che i seggi elettorali, dal Movimento Cinque Stelle si sono fatti fregare perfino la Rivoluzione, e senza che Grillo neanche la menzionasse. Perchè di rivoluzione si tratta, una rivoluzione giovanile, spontanea, sana, e finalmente senza magliette di Che Guevara, bandiere rosse, incendi, sassaiole e altri ammuffiti stereotipi del Sessantotto.
Le cause di questo clamoroso successo elettorale sono moltissime, e non è facile individuarle tutte. Forse, come dice Vendola, è solo voglia di cambiamento. Forse però questa è una spiegazione troppo semplice, visto che perfino Vendola se ne accorge. Forse c'è una gran voglia di radicalismo, ma di un nuovo radicalismo, altrimenti leghisti, comunisti, spaccavetrine e manettari avrebbero preso più voti, anzichè rimanere in mutande.
Forse, di certe facce, non se ne può più, e questo era il modo migliore per spazzarle via.
Forse, e lo sospettiamo da tempo, agli esponenti della nostra disgraziata sinistra continua segretamente a non piacere la democrazia; il largo uso che costoro fanno del mero vocabolo è storicamente solo un vile trucco; il loro sogno rimane sempre quello di un accogliente, rassicurante parlamento monocolore, come ai bei tempi del blocco sovietico, quando Napolitano e compagni spacciavano l'URSS come il "paradiso del lavoratore".
Il guaio è che in democrazia votano tutti, non solo gli intelligentoni progressisti, e soprattutto vota un mucchio di gente che quel monocolore lì proprio non potrebbe sopportarlo, e che a quanto pare, con grande sorpresa della sinistra, è ancora la maggioranza,
Infatti, è bene insospettirsi quando la stampa dà per scontata la vittoria degli ex PCI; l'informazione è ancora sufficientemente rossa, quindi potrebbero essere loro stessi a spacciare quest'idea; in fondo, anche Alì il Chimico, con i Caschi Blu sotto casa, diceva in TV "stiamo vincendo", e poi sappiamo tutti com'è andata a finire.
Venendo al Berlusca, sostanzialmente sopravvissuto a questo massacro unicamente grazie a Bersani, dovrà arrendersi al fatto che anche lui sta passando di moda; da uomo della provvidenza è passato a essere solo una medicina disgustosa da prendere per contrastare qualcun altro, e poi, massimo scorno, il suo mezzo di comunicazione preferito, la televisione, è ormai solo un ronzio fastidioso di fronte all'ondata di consensi che Grillo ha raccolto attraverso il web. San Silvio nel '94 ha dato la TV alla politica, e ha fatto un miracolo; San Beppe l'ha tolta, e ha preso il 25%. Un buon insegnamento per i futuri impiegati dello Stato, che, in effetti, potrebbero prendere la sana abitudine di stare meno negli studi televisivi e lavorare di più, visto che la situazione è seria.
C'è un'aria nuova nella sorda e grigia aula dell'italico parlamento; una salutare iniezione di gioventù nella nostra immobile, gerontocratica e imborghesita classe politica. E freghiamocene dei gufi: non sarà mica così grave che il parlamento sia meno omogeneo del solito? Non è anche questo, in realtà, un segno di democrazia?