Era dall'epoca di Rino Tommasi, nei mitici anni '80, che la boxe non faceva la sua comparsa sulle reti Mediaset; un piacevole ritorno per chi come me ricorda i grandi match di quel periodo e il commento appassionato di Rino da bordoring.
Per i telespettatori erano tempi di vacche grasse; su Italia 1, senza pagare neppure una lira, chiunque poteva godersi un bel contenitore pomeridiano gossipparo, dei cartoni giapponesi, un film relativamente nuovo, o le strepitose tette di Tini Cansino, prudentemente posizionate nel dopocena; e se c'era la boxe, il sabato notte, o il giorno dopo, potevano capitare Larry Holmes, Marvin Hagler, Roberto Duran, Tyson, Hearns, roba di prima qualità.
Da allora molte cose sono cambiate: le lire sono sparite, i televisori non sono più ingombranti scatoloni di plastica ma sottili schermi al plasma, l'immagine è in (quasi) HD, una conquista tecnologica di cui avremmo usufruito molto volentieri soprattutto nel caso di Tini Cansino, Rino Tommasi è in pensione e purtroppo non c'è un Larry Holmes, o un Hagler, nemmeno a pagarlo in lingotti d'oro.
Ci sono però, il buon Federico Mastria e Capitan Ovvio Alessandro Duran che fingono di entusiasmarsi per l'ennesima vittoria di Wladimir Klitschko, il frigorifero ucraino che domina la categoria dei massimi dal 2006, grazie al suo strapotere fisico e a un clamoroso vuoto di competitors degni di questo nome. Ieri sera, in diretta da Amburgo, neppure Michael Buffer, che pure è pagato per quello, sembrava molto convinto col suo solito "Let's get ready to rumble!"; la vittima designata, il bulgaro Kubrat Pulev, con la sua folkloristica postura, sembrava un pugile dell'inizio '900, messo di fronte a un colosso di acciaio disegnato al computer. La strabiliante povertà tecnica di questo atleta non gli ha permesso di andare oltre qualche disordinato clinch e una vigorosa manata stampata in faccia al campione un attimo prima che questi lo spedisse definitivamente al tappeto, dopo altri tre (o quattro?) precedenti atterramenti, con un violento gancio sinistro al volto, un colpo che Wlad ha potuto mettere a segno per l'intera serata con assoluta comodità, dato che l'avversario non si è mai minimamente preoccupato di cambiare posizione o di proteggersi in qualche modo. E va detto che il match, per i succitati motivi, avrebbe potuto terminare già al primo round, dopo due facili knock down, ma lo spirito imprenditoriale ha prevalso sulla foga sportiva, e Wladone ha volutamente riposto il bazooka scegliendo di allietarci per qualche altro round prima di mandare il baccalà bulgaro a gambe all'aria.
Certo non è colpa di Italia 1 o di Klitschko se i pesi massimi sono questo, anche se gli organizzatori potrebbero sforzarsi un po' di più nel cercare aspiranti al titolo mondiale più prestigioso; però, si fa anche una gran fatica a credere che non ci sia da qualche parte nel mondo gente più affamata di vittoria di questo trentatreenne senza arte nè parte. Eppure, per divertirci un po', non servirebbe neanche che lo sfidante vincesse; basterebbe che desse al campione un po' di filo da torcere, giusto per lasciarci finire una birra in pace; giusto per non farci sentire questa enorme nostalgia per Larry Holmes, Tyson, e Tini Cansino.