E' ben vero che Dzemaili non faceva tre gol dai tempi dei pulcini, e forse si meriterebbe la foto di copertina, ma il tracciante di Quagliarella è un grandissimo colpo, e poi l'ha rifilato all'Inter e quindi vale ancora di più. Anche il gol di Matri, propiziato ancora da Fabio, è stato un bel vedere, ma quel siluro da 25 metri è il top della giornata.
La vittoria nel Meazza nerazzurro per 2-1 è una cartolina di bei tempi andati; nel '84 era fine aprile e i gol di Cabrini e Platini ci lanciarono verso lo scudetto, in un anno trionfale che ci vide anche alzare la Coppa delle Coppe; nel '96 c'eravamo appena guadagnati la finale di Champions limitando i danni a Nantes; nel 2006, all'alba di Calciopoli, la stoccata di Del Piero lasciò Julio Cesar (in porta) e Beppe Bergomi (nel box Sky) letteralmente pietrificati; la cronaca di Repubblica all'epoca raccontava di un'Inter "caricata da una vigilia poco serena" che esibisce "più furia che gioco" oltre che "le inevitabili polemiche a fine partita", e questa lapidaria descrizione potrebbe adattarsi benissimo anche al match di ieri, una partita tosta, veloce e piacevole, con qualche inevitabile schizzo di veleno moviolistico, tanto per far alzare la pressione ai sapientoni delle TV private.
Ora ci aspetta il Bayern e ricordare questi precedenti è confortante; tira aria di scudetto e sarebbe il secondo consecutivo, un risultato eccezionale per una squadra relativamente nuova come la nostra, ma quello che c'è da scoprire adesso è se davvero sia lecito avvicinare questa Juve ai team vincenti del '84, '96 e 2006, o se un po' di sano realismo deve farci fare qualche passo indietro. In fondo sarà il Bayern stesso a darci la misura di ciò che siamo, anche se poi, va detto, lo sport vive di episodi e un tiraccio svirgolato può cambiare la storia in un attimo; per il momento, come direbbe Galliani, siamo tra le migliori otto d'Europa e con uno scudetto e mezzo in tasca, giochiamo bene e cinque anni di sofferenze calcistiche sembrano lontani un'eternità.
Molto più facile invece, è accostare l'Inter di oggi alle squadre morattiane pre-Calciopoli; anzi, trovo abbastanza incomprensibile che ci si stupisca del suo scarso rendimento, delle continue polemiche e del mercato fallimentare; dopo qualche anno vissuto molto al di sopra delle loro possibilità, per quelli di via Durini è tutto tornato al livello (scadente) dell'Inter anni '90, a parte le disponibilità finanziarie, che sono decisamente inferiori, e accidentaccio non c'è neppure un allenatore della Juve da prendere per cercare di ricostruire qualcosa. Conte ha ancora due o tre faccende da sbrigare qui. Sorry.
Però ripensandoci, la cosa più bella della giornata non è neanche il golazo di Quaglia; è proprio Conte che da grande uomo di campo "salva" Cambiasso e se lo porta a braccetto negli spogliatoi prima che nasca un casino. Anche se aveva appena tentato di azzoppare uno dei nostri.
E poi dicono che lo stile Juve non esiste più.