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7 maggio 2012 1 07 /05 /maggio /2012 01:15

ITALIA.jpg

 

Questo è il simbolo della nazionale italiana di calcio, che incorpora stelle in numero di quattro, tante quante i titoli mondiali vinti da nostri azzurri.

Non sarà mica tanto difficile arrivarci anche in Corso Galfer?

 

Abbiamo vinto lo scudetto numero trenta. E il Milan ne ha pigliati quattro nel derby, nonostante strabilianti sviste arbitrali a suo favore. Che perdesse anche l'Inter era tecnicamente impossibile, quindi da questa domenica non si poteva avere di più. Vittoria magnifica, di merito, di fortuna, e di bel gioco, e alla faccia dei gufi, dei gazzettari, degli arbitri buoni a nulla, degli Auricchio, degli Zeman, dei Guariniello e dell'acciaio non conforme.

Applausi.

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5 maggio 2012 6 05 /05 /maggio /2012 12:52

Corbis-42-33031817.jpg

 

Floyd 151

Miguel 154

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27 aprile 2012 5 27 /04 /aprile /2012 12:28

 

 

Il mercoledi pallonaro italiano è tutto qui.

 

 

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26 aprile 2012 4 26 /04 /aprile /2012 12:54

Arjen-Robben

 

Dopo il trionfo dell'anticalcio di martedi sera, ci voleva una boccata d'ossigeno. Ed eccola qua: un Bayern tenace e solido elimina il Real miliardario e arrogante di Josè Mourinho e Cristiano Ronaldo, nonostante un rigore generoso e un gol balordo avessero permesso ai blancos di portarsi sul 2-0 dopo appena un quarto d'ora. L'eroe della serata è sicuramente l'ottimo portiere tedesco Neuer, autore di due magnifiche parate sui penalty calciati da Ronaldo e Kakà, e il villain ovviamente non può essere che il piagnone di Setubal, el Gran LLoron, come lo chiamano ormai da quelle parti, sempre più omologo tattico di Trapattoni in quanto a scarsezza di soluzioni strategiche.

Già perchè il Madrid viene costretto sistematicamente dal tecnico a violentare la propria leggendaria attitudine all'attacco, con un calcio attendista, difensivo e affidato all'iniziativa dei singoli, che il Bernabeu storicamente non ha mai gradito, e così il Bayern, nonostante il brusco svantaggio iniziale, prende campo minacciosamente quasi da subito, e riesce a costruire varie azioni interessanti arginando nel frattempo piuttosto bene le folate di Ronaldo e Benzema.

Di calcio moderno non c'è traccia, dato che le due squadre partono da subito molto lunghe e spezzate in due tronconi fra difesa e attacco, ma i tedeschi in maglia rossa avanzano con più frequenza e creano numerose occasioni, finchè una presa di judo di Pepe su Gomez causa il rigore del 2-1, trasformato poi da Robben.

Il Real, probabilmente sfibrato da tre partite difficilissime, non si scuote più di tanto, anzi, abbassa il ritmo e si sistema sempre più spesso dietro la linea della palla, cosicchè la seconda frazione, e l'overtime, sono meno ricchi di episodi salienti, e anzi, a più di uno spettatore, sembra addiritura che ai madridisti non dispiacerebbe arrivare ai calci di rigore, anche se nel frattempo entra Kakà, e Mourinho continua a coltivare una speranziella.

Il guaio è che Neuer è davvero forte, e Sergio Ramos vanifica le ultime speranze spedendo in curva il penalty decisivo. Schweinsteiger invece è impeccabile nell'esecuzione, e timbra il pass per la finale con un destro secco, lasciando il Bernabeu impietrito, e il Gran Lloron in ginocchio.

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25 aprile 2012 3 25 /04 /aprile /2012 16:10

Messi.jpg

 

Anche i meccanismi più precisi si possono inceppare. I foschi presagi dell'andata si sono avverati, e il Barcellona si ritrova fuori dalla finale, dopo aver dominato in lungo e in largo per 180', aver spazzolato pali e traverse, e ridotto un avversario illustre come il Chelsea a rintanarsi nella propria area rinunciando quasi del tutto a giocare. La crudeltà di questo sport farà sì che i londinesi catenacciari passino da eroi, e che una squadra intraprendente, tecnica e offensiva perda il suo (meritatissimo) titolo senza neanche avere molto di che rimproverarsi, dopo aver imbastito mille azioni da gol e tentato il tutto per tutto fino all'ultimo minuto.

Evidentemente, il destino vuole che i catalani ogni tanto rivivano i loro incubi; l'andamento di questa semifinale ricalca perfettamente quella di due anni fa contro l'Inter dell'Innominabile; stesse barricate, stesso bombardamento, l'avversario in 10, il gol annullato (che quella volta era pure buono, mente ieri sera no, anche se solo per mezzo metro), la percentuale bulgara di possesso palla, e le inevitabili scemenze retoriche dei giornali e dei vincitori.

Il Chelsea piaccia o non piaccia volerà a Monaco. Col morale alto, per una vittoria insperata e improbabile, ma anche pesantemente menomato dalle squalifiche di Terry, Ivanovic e Ramires, l'autore del pesantissimo away goal che ha sostanzialmente regalato la qualificazione al team inglese. Lo spirito battagliero non manca a questa squadra, quindi sarà senza dubbio una degna rivale per Real o Bayern, ma ancora una volta la Coppa Campioni, come ai vecchi tempi dell'eliminazione diretta, non sembra consegnare al teatro della finale i naturali candidati alla vittoria.

A Guardiola, che si conferma un gentleman anche dopo una partita del genere, non resta che riflettere sul presente e sul futuro, su un gruppo che certamente ha ancora molto da dare, ma anche su se stesso, perchè forse davvero è arrivato il momento di cambiare, dopo un quadriennio favoloso, o forse no, perchè con una bruciatura del genere addosso, la voglia di rifarsi è enorme, e al momento, non c'è posto migliore che Barcellona per ricominciare a vincere.

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24 aprile 2012 2 24 /04 /aprile /2012 01:40

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Otto minuti ha impiegato Arturo Vidal a disintegrare er proggetto de Luisserighe, e a gettare nello sconforto Zampa, Pellegatti, Piccinini e tutti quelli di Mediaset Premium che avevano iniziato a gufare già dalle sette. Ma tant'è. Qualcuno della Roma nel postpartita ha perfino detto "pensavamo di vincere", come se i tre palloni già presi in Coppa Italia e il fortunoso 1-1 dell'andata non fossero mai esistiti, ma non c'è da sorprendersi; il senso della realtà da lunga pezza latita dalle parti di Trigoria, e poco aiuterà incaponirsi con la moviola per cercare qualche episodio sfavorevole.

Novanta minuti invece ha impiegato il Milan per trovare una ciabattata di Ibrahimovic che riacchiappasse il Bologna, dopo che lo stesso Ibra aveva sfoggiato per tutta la partita un campionario di stop sbagliati e di svenimenti in area da far invidia ad Amauri e Borriello messi insieme; la squadra tutta è parsa lenta, monocorde e priva di idee, salvo risvegliarsi parzialmente con l'ingresso di Cassano, e produrre qualche occasione nell'injury time, con l'acqua ormai alla gola e troppe tossine nelle gambe.

Poca roba per pensare di vincere lo scudetto, ma il distacco di 3 punti (virgola qualcosa) non permette a nessuno di rilassarsi, considerato che tra mercoledi e domenica ce ne sono altri sei in palio. Certamente non sarà rilassato Conte, che sui campionati vinti e persi all'ultima giornata è ben informato, e non lo sarà neppure Allegri, viste certe facce disgustate di Berlusconi in tribuna, e con le gare di burlesque sospese a tempo indeterminato.

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19 aprile 2012 4 19 /04 /aprile /2012 16:02

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Il buon vecchio catenaccio è duro a morire. Con der General Ottmar Hitzfeld impossibilitato a competere in quanto CT della nazionale svizzera, il suo massimo profeta a livello di club resta senza tema di smentite Josè Mourinho da Setubal, ma ieri sera il nostro vecchio amico Di Matteo non è stato da meno, erigendo a Stamford Bridge una barricata rimasta miracolosamente in piedi fino all'ultimo assalto azulgrana, per il sommo disgusto di Righetto Sacchi, che dagli studi di Premium ha sentenziato di preferire una sconfitta a una vittoria così.

Ma that's football; con un contropiede ben fatto, si può bucare qualsiasi difesa, a maggior ragione quella non proprio impeccabile del Barcellona, che come manovra farebbe invidia anche all'Olanda del '74, ma nelle retrovie davvero non è nulla di speciale, e uno come Drogba, ieri in versione Actors Studio, con quei nanerottoli ci va a nozze.

Dicono i manuali di storia britannica che quella di Stamford Bridge del 1066 fu "a horrific battle", in cui re Harald Hardrada di Norvegia, a costo di molto sangue, compreso il proprio, ebbe la meglio su Tostig Godwinson, fratello del re d'Inghilterra, ma la sua fu un'effimera vittoria, e le sorti della guerra vennero ribaltate pochi giorni dopo ad Hastings, laddove furono i norvegesi a trionfare , e il re inglese in persona ci rimise la cotenna.

In questo nostro caso, invece, sono stati gli inglesi a conseguire la prima vittoria, e l'impressione è che sia destinata anche questa ad essere vendicata a stretto giro di posta, non nel brumoso East Sussex ma in un Camp Nou rovente e incazzatissimo. Già perchè col 72% di possesso e dieci palle gol all'attivo, perdere 1-0 farebbe incazzare come un hooligan anche il Dalai Lama; infatti, Peppe Guardiola, al secondo legno colpito, non sapeva più a che santo rivolgersi, ma va detto che la sua squadra, pur con un Messi poco concreto e troppo testardo nel dribbling, ha giocato in modo encomiabile, e in una giornata normale, facendo la stessa identica partita, avrebbe potuto vincere 4-1 e chiudere il discorso.

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18 aprile 2012 3 18 /04 /aprile /2012 15:16

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Spettacolo apprezzabile ieri sera tra Bayern Monaco e Real Madrid, nel magnifico Schlauchboot, stracolmo e festante proprio come si conviene per una semifinale di Champios League.

Le due squadre si somigliano nell'assetto, un 4-2-3-1 a trazione anteriore, con reparti offensivi poderosi, e difese abbastanza raffazzonate, e soprattutto, non sono certo, nè Bayern nè Real, fulgidi esempi di gioco collettivo e organizzato. Il Bayern tende a ripartire dalle fasce, lasciando l'iniziativa a Ribery e Robben, con il solo Lahm a mostrare di possedere qualche nozione tattica, mentre il Real punta tutto sul contropiede, facendo densità sulla propria trequarti, cosa a cui del resto Mourinho ci ha abituati fin dai tempi del Porto.

Alla fine, proprio al 90' vince il Bayern, più continuo e pungente, e solido nel carattere, nonostante un gol balordo preso da Ozil a inizio secondo tempo, e quando ormai l'allenatore dei blancos, in pieno stile Trapattoni, aveva tolto il trequartista turco-tedesco per mettere dentro un terzino (Marcelo), e già pregustava di portarsi a casa un pareggino tanto prezioso quanto immeritato.

Invece, è andata male a questo Real spocchioso e imbottito di trequartisti e di simulatori, un contesto in cui l'arruffapopoli Mourinho casca perfettamente a fagiolo. Purtroppo, dato che ci sarà anche una partita di ritorno,  dovremo sorbirci altre nauseanti lamentele sull'arbitraggio, o sul terreno di gioco, o sulla forza della federazione tedesca, ma per fortuna alle 20.45 si inizierà a giocare, e parlerà solo il frastuono del Bernabeu, sperando che alle 22.30 ci saremo tolti Mourinho dalle scatole, almeno per quest'anno.

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12 aprile 2012 4 12 /04 /aprile /2012 15:10

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9 aprile 2012 1 09 /04 /aprile /2012 12:56

Amauri

 

E' cambiato tutto e non è cambiato niente. Il Milan perde un game sul suo servizio, nel modo meno atteso, la Juve asfalta il Palermo, ed eccoci in testa alla classifica, seppur solo con un'unghia di vantaggio, un punticino che ha un valore morale superiore a quello aritmetico, perchè premia la squadra col gioco migliore, anche se da quel punto di vista, la differenza tra le due compagini non è certamente solo un'unghia.

Era stato buon profeta Arrigo Sacchi, non certo uno sospettabile di juventinità, prevedendo che in caso di sconfitta al Camp Nou, il match contro la Fiorentina sarebbe stato per il Milan estremamente delicato, e infatti i rossoneri sono apparsi lenti, sfibrati e privi di idee, e non li ha salvati nemmeno l'ennesimo rigore apriscatole, nonostante un avversario tutt'altro che irresistibile.

Ma non dev'essere la classifica a esaltare gli juventini, perchè basta una palletta che rotola in rete per puro caso, o un Amauri che esce dal letargo, per ribaltare tutto un'altra volta; è piuttosto il trend a mostrarsi estremamente positivo: la squadra ha gambe e cervello in piena efficienza, e sembra perfino aver guarito l'allergia al gol che le ha tolto punti pesantissimi per tutto l'anno. Al contrario, il Milan, acciaccato e demoralizzato, sta tornando a sembrare quello di inizio campionato, che faceva cascare le braccia ai tifosi, e Allegri non sembra avere la situazione pienamente sotto controllo.

Comunque, non abbiamo neanche il tempo di goderci il primato: il turno infrasettimanale arriva presto, e sono partite serie.

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