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4 ottobre 2013 5 04 /10 /ottobre /2013 17:27

Quaglia-Gala.jpg

 

Che ci fosse un po' di Trapattoni nel nostro mister lo avevamo già immaginato; le stagioni in cui si disputa la Champions League necessitano in effetti di un certo risparmio energetico, e non è sbagliato provare un approccio meno frenetico alle partite. Però una Juve così lunga e flaccida non la vedevamo dai tempi di Ciro Ferrara, e vista l'importanza del match di mercoledi, francamente non ce l'aspettavamo. La squadra, sfilacciata, statica, e molto imprecisa negli appoggi, è rimasta un po' troppo ad aspettare l'incombente genialata di Tevez e Pirlo, che però non arrivava mai, e il risultato per noi spettatori non poteva che essere un match snervante, con più imprecazioni che emozioni. Sarebbe servito attaccare maggiormente sugli esterni, ma è sempre più evidente che i nostri cursori di fascia non hanno le qualità tecniche per smarcarsi da soli: devono essere innescati da lanci molto precisi (soprattutto a questo ritmo blando), o da movimenti senza palla preparati in allenamento, ma non si è vista mai nemmeno l'ombra di una sovrapposizione, e nè Pirlo nè Pogba hanno mai azzeccato un'imbucata che fosse una.

Aggiungiamo un cappellone difensivo alla Dario Bonetti, e Buffon che inizia ad assomigliare a uno Zoff a fine carriera, e il pasticcio è fatto; il Galatasaray si è trovato in vantaggio per gran parte dei novanta minuti senza aver fatto praticamente nulla, e poi, nell'unico affondo del secondo tempo ha anche rimesso tutto in parità dopo che un paio di guizzi di Quagliarella ci avevano apparentemente tolto dai guai.

In conferenza stampa Conte ha detto di aver visto le statistiche del match, e che le statistiche parlano chiaro; noi però dalla privilegiata postazione del divano abbiam visto la partita e la partita ha parlato più chiaro ancora. Forse questo è ciò che la prima Juventus collezione autunno\inverno ha da dare, per via dei carichi di lavoro settimanali, o delle troppe partite ravvicinate, o chissà cos'altro, ma un simile grigiore in una partita così importante, contro un avversario non irresistibile, proprio non è dai noi. E non è da Conte.

E adesso arriva il Milan, che, c'è da scommetterci, starà lì rintanato nella trequarti ad aspettare un altro nostro errore.

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